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Non ci sono ossessioni. Passione e curiosità, ma nessuna ossessione.
Nell’osservazione degli esagrammi dell’I-Ching il n. 53 emerge per la sua vaga somiglianza con la lettera A, o per l’analogia con la forma di una casetta, come la disegnerebbe un bambino, ma con il tetto piano.

Una porta. Una finestra.

Poi si scopre che, come tutti i simboli del gioco, è formato da due trigrammi sovrapposti, il cui singolo significato rivela il consueto mistero di una lingua lontana dalla nostra, costruita per immagini.

Al di sotto: il monte
Sopra: il ventol’albero

Nella sconfinata allegoria che mette in relazione questi due elementi, con l’albero che, esposto al vento, cresce silenzioso e lento sopra il monte, l’interpretazione si scatena: Progresso Graduale, Calmo Avanzamento, Sviluppo. Esorta a far tesoro delle prove a cui siamo chiamati, facendo di ognuna un terreno possibile per forme di iniziazione, non smettendo mai di imparare.

Tutto ciò rappresenta una seducente metafora del fare architettura, anche in un contesto indebolito e difficile come quello della provincia ai confini dell’Impero, in cui, costruendo ogni giorno, si deve comunque tentare di dare risposte a domande consuete, antiche e contemporanee insieme, come quella di abitare.